Nelle ultime settimane il rebrand di Burger King è stato un po’ sulla bocca di tutti, sia tra gli addetti ai lavori (grafici, designer, pubblicitari, marketer) sia tra i semplici curiosi e fan della mitica catena di hamburger americani.
Ognuno ha detto la sua. C’è chi lo odia e c’è chi lo ama. Come sempre le persone si dividono su questioni di tipo estetico.
Ma chi meglio del suo creatore può dirci come stanno realmente le cose e in particolare quali sono i motivi che hanno spinto Burger King a operare questo profondo restyling d’identità?
A questo riguardo vogliamo riportarvi alcune rivelazioni fatte da Lisa Smith, la direttrice dell’agenzia JKR che ha curato questo rebrand.
Rebrand di Burger King: creazione del font
È importante innanzitutto sottolineare che si tratta del primo rebrand di Burger King operato negli ultimi 20 anni e che ha richiesto un lungo processo di studio dell’identità aziendale.
Ripercorrendo la storia di BK – una storia iniziata nel 1954 e che ha portato l’azienda ad aprire oltre 18.000 punti vendita in franchising in 100 paesi diversi – sono emerse una serie di caratteristiche che rendono il marchio unico nel mondo.
Ad esempio la scelta di realizzare un nuovo font è frutto della volontà di interpretare graficamente le tre caratteristiche peculiari dei panini Burger King (secondo l’azienda ovviamente): arrotondati, audaci e deliziosi.
L’obiettivo era far venire l’acquolina in bocca semplicemente guardando il logo…
La scelta del colore
Sempre in questa direzione si è lavorato anche per la scelta del colore.
L’agenzia ha cercato di individuare le 3 tonalità che più di tutte riuscivano a rendere bene l’idea della qualità dei prodotti Burger King.
Dopo diverse valutazioni si è deciso di optare per un arancio fiammante che ricorda vagamente il colore del pane; un rosso accesso che richiama alla mente il ketchup; e infine un marrone “da grigliata” (concedetecelo…) che ovvamente fa riferimento alla carne cotta.
Il risultato è a nostro modo di vedere molto interessante e in effetti raccontato in questi termini fa venire l’acquolina in bocca, non vi pare?
Tutto il poi è stato declinato su tutti i supporti materiali e non che fanno parte dell’ecosistema comunicativo dell’azienda.
I packaging in particolare hanno beneficiato tanto di questo restyling grafico, apparendo ora molto più attraenti e “gustosi”.
Anche le divise dei membri degli staff dei punti vendita ora appaiono decisamente più gradevoli e accoglienti.
Visto a 360 gradi a noi è piaciuto.